Come fare inclusione per i soggetti a rischio e crescita per l’impresa? Un AgriLab con SolCare, la rete di aziende agricole della Tuscia, per raccogliere idee, dubbi, prospettive, criticità, punti di forza dell’Agricoltura Sociale
Partiamo con SolCare per fare Agricoltura Sociale e inclusione in un territorio nuovo. Insieme ad altre sei aziende del viterbese, Kairos ha dato vita ad una rete che mette insieme storie, famiglie, produzioni diverse con lo scopo di far crescere la propria comunità non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. Per questo, ci siamo incontrati a Vetralla per approfondire la reciproca conoscenza e pensare liberamente a come si può fare impresa e inclusione socio-lavorativa con l’agricoltura sociale.
AgriLab: ci siamo incontrati con associazioni e servizi del territorio
Non c’eravamo solo noi e le aziende. Abbiamo organizzato uno dei nostri consueti AgriLab per poter invitare anche altre realtà territoriali dedite al sociale e all’inclusione di soggetti svantaggiati, possibili partner per nuovi progetti, e discutere insieme di quel che si potrebbe fare in futuro. Un brainstorming partendo dalla esperienze vissute.
Ospiti del Podere La Branda, a Vetralla, all’incontro hanno partecipato il SERT competente per il territorio, l’Associazione Amici di Galiana, la Cooperativa Sociale Lavoro e Solidarietà, l’Associazione Gelsa, ARCI solidarietà Onlus.
La loro presenza è fondamentale per capire le esigenze del territorio, il tipo di disagio vissuto dai soggetti a rischio che le aziende potrebbero ingaggiare, il lavoro già fatto e le esperienze acquisite.
L’Agricoltura Sociale, infatti, non è solo agricoltura e lavoro. L’apporto del sociale, di figure come educatori, assistenti sociali e operatori, è essenziale sia nell’ambito delle attività in azienda che in ottica di lavoro in rete per la comunità locale.
Un momento per conoscersi…
Ci siamo messi in cerchio, come piace fare a noi di Kairos con i ragazzi che portiamo nelle aziende agricole, e guidati da Martino Rebonato e Andrea Zampetti abbiamo lasciato che le aziende della rete SolCare raccontassero la propria esperienza imprenditoriale, sociale e di vita.
Il tirocinio già sperimentato con un adulto disabile nella fattoria Cupidi o l’alternanza scuola lavoro con un liceo di Vetralla nel Podere La Branda. L’esperienza con i woofer dell’azienda Iob, ospitando ragazzi che provano per un pezzo della propria esistenza la vita dell’agricoltore. Le prospettive di agricoltura sociale e biologica di Volta la Terra, azienda di Costanza, una delle partecipanti all’ultima edizione del Master in Agricoltura Sociale di Oasi. L’esperienza dell’agronomo Marco Sciarpa e quella nella trasformazione dei prodotti dell’azienda agricola Valentini.
Si tratta di aziende sane, in crescita e con la prospettiva di crescere ulteriormente. Aziende a trazione familiare, in un certo senso, già propense a capire l’importanza del vivere e lavorare insieme, per il bene comune, che contraddistingue il mondo rurale e, in particolare, l’agricoltura sociale.
…e per ideare liberamente
Infine, dopo la graditissima pausa a base di salumi, formaggi e dolci offerta dai gentili padroni di casa, abbiamo iniziato liberamente a pensare a quale agricoltura sociale possa nascere da questa esperienza di lavoro in rete.
Inclusione lavorativa? Ce ne sarebbe davvero bisogno di ragazzi in gamba in queste aziende. Sono gli stessi imprenditori a evidenziarne il bisogno. Dare ai beneficiari il tempo e il modo di riprogrammarsi vivendo un’esperienza piacevole a contatto con la natura? Questa è un’esigenza che non si può trascurare.
C’è ancora del lavoro da fare. Innanzitutto all’interno delle aziende stesse. Fare agricoltura sociale, progettare percorsi individuali e fare il bene della comunità, non è semplice. Ma è bello, possibile e, magari, anche redditizio. Insieme a Kairos troveranno il modo per riuscirci. Per immaginare, progettare e realizzare il proprio sogno di fare impresa e agricoltura sociale.