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Il Casal di Martignano. Sulle rive del lago la nostra terza Giornata di Agricoltura Sociale
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Vi proponiamo il contributo di Chiara Maraldi, la psicologa che segue uno degli adolescenti che hanno partecipato alle Giornate di Agricoltura Sociale

 

Oggi vi proponiamo un contributo che siamo veramente lieti di ospitare sul nostro blog. Chiara Maraldi, di Generazione Baronio Onlus, è la psicologa che segue uno degli adolescenti che hanno partecipato con maggiore entusiasmo alle Giornate introduttive in azienda dei nostri progetti di Agricoltura Sociale, appuntamenti speciali organizzati per far valutare a ragazzi, operatori e assistenti sociali l’opportunità di partecipare alla nuova edizione del progetto Nuovi Campi Aperti. Chiara ci ha raccontato la sua impressione in merito ai primi momenti dell’esperienza che, prestissimo, Pony inizierà con Kairos e La Nuova Arca. A proposito… in questi mesi chiameremo Pony, piuttosto che con la sua iniziale “E”, questo ragazzo di cui abbiamo già avuto occasione di parlarvi. Come chiameremo Rosa e Diamante le nostre fedeli camerawomen in soggettiva, C e S. Preferiamo che siano i nostri giovanissimi beneficiari ad avere la libertà di decidere quando e a chi dire che i protagonisti di queste storie che raccontiamo sono loro.

 

Ma ora, dopo essere stati anche al Casale di Martignano, vi facciamo raccontare le Giornate di Agricoltura Sociale da Chiara.

“Si è concluso il nostro terzo appuntamento con le giornate di agricoltura sociale organizzate dalla cooperativa Kairos. Di cosa si è trattato? Di dedicare una mattinata – giovani “fragili” ed assistenti sociali, diversamente abili ed educatori, esperti di comunicazione, coordinatori di progetto e registi in erba – a perseguire insieme un obiettivo: camminare all’interno di un’azienda agricola, respirarne gli odori più o meno gradevoli, sporcarsi un po’ le mani con qualche attività campestre (come piantare agli o smantellare il canneto dell’orto estivo), rilassare il cuore al ritmo della natura e godere dello stare insieme.

 

Non sfuggirà al lettore attento il mix variegato dei protagonisti citati: ebbene, è anche qui che risiede la portata innovativa del progetto, laddove – almeno in questa prima fase di esplorazione – beneficiari diretti e loro accompagnatori, ma anche parte dello staff di Kairos, hanno sperimentato in prima persona la bellezza, la fatica, il fango e la pioggia che si incontrano presso i “campi aperti”. Quale miglior esempio, per i giovani che cerchiamo di far appassionare a questo settore, vedere riflesso sul volto degli adulti che li accompagnano l’entusiasmo per le attività che propongono loro? Si rompe la prospettiva up-down, non c’è imposizione ma libera scelta guidata da chi per primo si mette in gioco e lancia un messaggio: “Provaci, magari è ciò che fa per te!”. Il tutto condito dalla consapevolezza che la Natura è dura (“L’orto vuole l’uomo morto”…è così che l’agronomo Matteo ci rimette alla realtà delle cose…), ma è lo spirito con cui si affronta il lavoro che conta, come sempre. E durante queste giornate introduttive lo spirito non si è di certo piegato, anzi si è riso molto, si sono strette simpatie, si è consumato un buon pasto caldo a fine lavori.

È con questo primo bagaglio che i nostri giovani potranno continuare sul percorso tracciato dal progetto, recandosi una volta a settimana presso la cooperativa agricola prescelta per prestare servizio alla Terra in alternativa alla frequenza scolastica. Eh già, non si impara solo sui banchi di scuola, questo è certo…a volte, lo spazio dentro ha bisogno di incontrare lo spazio fuori per apprendere, espandersi, rallegrarsi.”