Al Casale di Martignano abbiamo assistito ad un mix di lingue e vissuti. Esperienze che hanno incrociato sguardi e mani tra i campi
Al Casale di Martignano nacque la nostra avventura con l’agricoltura sociale. Non solo per questa ragione, l’azienda sulle rive dell’omonimo lago è un posto speciale. Al termine della strada in salita, appena girata la curva che conduce all’ingresso, appare all’improvviso la vista dall’alto del lago di Martignano. Fino a pochi metri primi la nasconde un costone di roccia. Nelle giornate di sole, come quella di ieri, il visitatore impatta con i colori intensi dell’azzurro dell’acqua, del verde della cornice di colline e delle sfumature create da orti e allevamenti. “Sembra la porta di passaggio tra il mondo reale e il mondo ideale”ha detto un’assistente sociale che ha partecipato all’appuntamento organizzato nell’ambito delle consuete giornate conosciotive in azienda.
La bellezza non è mai superflua, tanto meno lo è con l’agricoltura sociale. È parte dell’esperienza vissuta dal beneficiario. Nelle ore passate in azienda si esce dal “mondo reale”, con i suoi problemi, le sue chiusure, i suoi spazi e i suoi tempi. Per i ragazzi che ieri sono venuti a conoscerci, a provare i nostri percorsi educativi in campagna, questa giornata era un premio.
Erano gruppi di giovani migranti e di cosiddetti “minori non accompagnati” accolti da CAS e Centri diurni di Roma. Cercano una prospettiva, ma anche un modo per vivere in modo dignitoso la propria giornata, in questa fase della vita che li vede immobili e disorientati. Letteralmente “spaesati”. L’agricoltura sociale, invece, è comunità, inclusione. Un’esperienza che permette di apprendere, di rendersi utili, di scoprire un lato accogliente del mondo in cui ci si è ritrovati.
Ieri abbiamo visto e ascoltato una scena che spiega meglio di qualsiasi discorso cos’è l’agricoltura sociale. Mai come ieri eravamo tantissimi nell’orto. I ragazzi già impegnati con i nostri progetti di agricoltura sociale, quelli giunti in visita, gli operatori che li hanno accompagnati, assistenti sociali del Municipio competente nel territorio, curiosi e professionisti che hanno sfruttato l’occasione per confrontarsi con noi e conoscerci. Insieme, ovviamente, allo staff educativo di Kairos e ai ragazzi della cooperativa Barikamà, che cura l’orto del Casale di Martignano. Un bel pezzo di terra e decine di plateau di piantine ci aspettavano. In pochissimo tempo abbiamo piantato i peperoni e le melanzane tonde che, tra qualche mese, potranno essere acquistati dai GAS che qui si riforniscono.
E la scena che sintetizza il senso dell’agricoltura sociale è il mix di lingue, carnagioni, ostacoli da superare ed esperienze che hanno incrociato gli sguardi e le mani in quei minuti. Si distinguevano suoni di almeno quattro idiomi. Nello stesso gruppetto, a lavorare insieme, c’erano italiani, arabi e centrafricani. Migranti e ragazzi con disagio sociale o psicologico. In condizioni normali sarebbe difficile comunicare e capirsi. Invece, collaborando, lavorando insieme, si dimenticavano per un attimo le differenze e le difficoltà. Anche quei ragazzi più restii, dopo un po’, si sono sentiti coinvolti.
Il resto del racconto della Giornata al Casale di Martignano, lo lasciamo alle fotografie.