Questo lavoro curato da Massimo Autieri è stato scritto in modo volontario e gratuito semplicemente con la consapevolezza che in questa materia non ci sono né protagonisti e né professionisti.
Questo è un atto di ri-approprazione di un modello che appartiene alla società civile e che senza essa non esisterebbe.
La pluralità di idee, in un pieno confronto, deve accendere i riflettori su un modo nuovo di approcciarsi all’agricoltura sociale e di analizzarla. Non a caso la forte settorialità e referenzialità di alcuni soggetti che si sono fatti portatori di questi valori ha reso inefficace la diffusione di questo modello.
Questo lavoro dovrà essere recepito come un laboratorio di progettazione partecipata e integrata dove ogni persona, con il proprio bagaglio culturale e di vita, potrà apportare la propria idea, sia essa facente parte di istituzioni e sia facente parte della società civile. Infatti, esso rappresenta un punto di inizio e non un punto di arrivo e solo in questa prospettiva sarà possibile diffondere e seminare i valori tipici che rendono l’Agricoltura Sociale un modello di vita. La nuova programmazione dovrà tenere in conto, se vorrà rendere efficace ed efficiente gli aiuti post 2013, che le peculiarità dell’agricoltura sociale dovranno essere le reti sociali senza verticismi e con forte componete cooperativistica.
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