Integrazione e formazione lavorativa, ma con la bellezza e l’inclusività della natura e della campagna. Insieme a Casa Scalabrini 634 e ASCS con Campi Ri-Aperti abbiamo aperto a rifugiati e richiedenti asilo i campi dell’Agricoltura Sociale di Roma
Campi Ri-Aperti è…
► Formazione, orientamento e inserimento al lavoro con tirocini e borse lavoro
Le fasi
► Integrazione e esperienza di vita in ambienti inclusivi e rigenerativi
I risultati
► Partnership che arricchiscono il territorio, anche oltre gli obiettivi e i tempi del singolo progetto
I partner
Come integrare giovani stranieri?
Seguire da vicino un ragazzo che fa il suo approccio con il mondo del lavoro del paese che lo ha accolto.
Affidargli tutte le responsabilità che normalmente richiedono le mansioni che è chiamato a svolgere.
Dare fiducia ad una persona che ha iniziato un duro cammino di integrazione.
Queste sono opportunità preziose, e purtroppo rare oggi, per i giovani rifugiati e richiedenti asilo che partecipano al progetto Campi Ri-Aperti.
Sono le opportunità che l’Agricoltura Sociale può dare a tutte le persone che vogliono diventare partecipi della vita della collettività e protagoniste del proprio futuro. Per questo Kairos, insieme a Casa Scalabrini 634, ha aperto ai Rifugiati il progetto di Agricoltura Sociale “Campi Aperti”.
Campi Ri-Aperti: Il progetto di agricoltura sociale per i migranti
Campi Ri-Aperti, Percorsi individualizzati in Agricoltura Sociale, è un progetto formativo che offre un’esperienza di lavoro nell’ambito agricolo a giovani rifugiati e richiedenti asilo. Si tratta di un percorso di orientamento e formazione al lavoro che ha come momento cardine un tirocinio di 4 mesi all’interno di un’azienda agricola. Il proposito è quello di far acquisire ai beneficiari, alla fine dell’esperienza, una visione del mondo agricolo in grado di suggerire prospettive e opportunità future.
Ogni modulo del progetto, della durata di 6-7 mesi, accoglie un gruppo di almeno 4 giovani migranti.
Come si svolge Campi Ri-Aperti
Una fase iniziale di orientamento e formazione di circa 2 mesi introduce i beneficiari nel percorso.
Nel periodo di tirocinio retribuito, le aziende agricole che partecipano al progetto ospitano i giovani rifugiati per 25 ore a settimana, dando loro la possibilità di scoprire le proprie potenzialità e sviluppare competenze attraverso un’esperienza effettiva di lavoro nei campi. 4 mesi di esperienza e lavoro che introducono i partecipanti al progetto nel modo più idoneo nel mondo del lavoro e nella società italiana.
E non è escluso che queste esperienze di lavoro continuino, all’interno della stessa azienda agricola, anche al termine del tirocinio.
Il numero contenuto di beneficiari che partecipa al progetto garantisce la massima attenzione ai percorsi individualizzati. La costruzione di percorsi personalizzati, infatti, ci permette di seguire con attenzione i progressi e le difficoltà incontrate durante il cammino.
La formazione. Prima di tutto, riconoscere le proprie competenze
La prima parte, dedicata alla formazione, segue una metodologia specifica. I migranti sono coinvolti direttamente nei comparti produttivi, in modo da sentirsi parte integrante dei processi e riconoscere le proprie competenze.
Attraverso un processo graduale, che va dalle visite nelle aziende multifunzionali alla sperimentazione diretta del lavoro (learning by doing) e delle diverse mansioni, si procede nel training consentendo ai beneficiari e alle aziende ospitanti di conoscersi reciprocamente e migliorare la qualità è l’efficacia dell’inserimento.
Il matching. Il beneficiario giusto per l’azienda giusta
Con questa metodologia di formazione si evita un matching troppo rapido fra beneficiario e azienda. Facendo partire direttamente con il tirocinio i percorsi di inserimento, si rischia di non rilevare le attitudini, le competenze, le risorse del beneficiario e le necessità e specificità dell’azienda. Riducendo, di conseguenza, l’efficacia dell’intervento.
Il nostro “stare” nelle aziende ci permette di conoscerle profondamente. Sia rispetto ai cicli produttivi che alle mansioni, alla cultura interna e alle loro esigenze. Ci permette di sapere di chi ha bisogno realmente. Ciò ha permesso a molti dei tirocinanti di rimanere a lavorare nell’azienda anche dopo il tirocinio. Questo avviene quando la scelta del posto in cui realizzarlo viene fatta con consapevolezza, calma, prudenza e responsabilità. – Andrea Zampetti, pedagogista di Kairos.
La collaborazione all’origine del progetto
Campi Ri-Aperti, nato su incarico della Fondazione per le Attività Scalabriniane (FAS), oggi è portato avanti con il sostegno dell’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) e la collaborazione di Associazione Oasi e Casa Scalabrini 634, un centro che accoglie in semi-autonomia famiglie e giovani rifugiati. Il progetto vede, inoltre, ha visto il sostegno dell’Associazione Insieme Onlus.
Ma fondamentale è la collaborazione con le aziende agricole multifunzionali. E lì che si svolge la formazione e prendono vita i tirocini
Nel 2015 abbiamo iniziato, e tutt’oggi collaboriamo, con quelle che sono da sempre le aziende partner dei nostri progetti: Casale di Martignano, sulle rive dell’omonimo lago; Fratelli D’Alesio, a Tor Tre Teste; La Nuova Arca, sull’Ardeatina.
Aziende diverse, per le caratteristiche di ogni beneficiario
Dal 2018 abbiamo ampliato le possibilità offerte, per garantire ai beneficiari del progetto l’esperienza più adatta per le loro caratteristiche e preferenze. Non solo per raggiungere territori diversi dei Municipi della Capitale con i quali collaboriamo, ma anche e soprattutto per poter offrire attività e contesti diversi ai ragazzi che intraprendono i nostri percorsi di orientamento e formazione.
Le aziende non sono tutte uguali. Un paesaggio diverso, differenti contesti umani e tecniche di coltivazione, la presenza o meno degli animali. Alcune aziende sono adatte per immergersi nel mondo del lavoro. Altre ti portano in un mondo diverso, dando ai giovani la possibilità di crescere e scoprire se stessi o di mettere alla prova le proprie potenzialità e ritrovare un contatto con la bellezza della natura.
Si sono aggiunte, quindi, due nuove aziende agricole: Coraggio e Aria. Ma abbiamo stretto una collaborazione anche due aziende che fanno parte della filiera della produzione alimentare: Arancina Matta (ristorazione) e Magnolia eventi (catering).
È in corso la 6° edizione di Campi Ri-Aperti
Nel dicembre 2015 abbiamo iniziato con il primo gruppo di 4 migranti. Due dei quali, alla fine del percorso di formazione, sono stati assunti dall’azienda in cui hanno svolto il tirocinio. Il progetto è attualmente in corso con il sesto gruppo di beneficiari.
Il progetto oggi è arricchito da micro-formazioni capacitanti, come corsi HACCP o il corso da carrellista per essere abilitati alla guida del muletto.
I ragazzi vengono, così, formati anche in ambiti diversi dall’agricoltura. Saranno liberi di scegliere al propria strada e mettere a frutto competenze flessibili e sempre utili nel mondo del lavoro.
Specialmente nelle aziende appartenenti alla filiera agro-alimentrare.
Campi Ri-Aperti, un modello di riferimento in Europa
Un riconoscimento importante per questo progetto si è avuto il 13 marzo 2018, in occasione dalle Giornata Internazionale sulla Migrazione. Campi Ri-Aperti è stato uno dei case study raccontati in occasione del workshop “Migrazione: trasformare le sfide in opportunità“, promosso dalla Commissione Europea nell’ambito dei progetti internazionali Dandelion e InterHealth.
L’intervento di Marianna Occhiuto, di Casa Scalabrini 634, mette l’accento su una caratteristica fondamentale del progetto. I numeri di Campi Ri-Aperti sono quelli di chi vuole cambiare realmente la vita delle persone che incontra.
Le grandi cifre non ci interessano: noi ricordiamo il nome e la storia di ognuno dei ragazzi che abbiamo portato nelle aziende agricole in questi anni. – Marianna Occhiuto, Casa Scalabrini 634.
In sintesi
Obiettivo del progetto:
- Promuovere e realizzare percorsi di integrazione e inserimento lavorativo per giovani migranti.
Come raggiungere l’obiettivo:
- Formando e orientando i ragazzi all’interno di un contesto produttivo, in ambito agricolo e non solo
- Avviando tirocini che inseriscano i beneficiari nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale italiano
- Seguendo e ascoltando ogni singolo partecipante durante il suo percorso, monitorando i suoi risultati e il modo in cui approccia e risponde alle esperienze che vive
- Invitando il gruppo di migranti a scoprire un contesto per sua natura inclusivo, accogliente e rigenerativo, come è quello della campagna o dell’allevamento di animali
- Collaborando con aziende e realtà del Terzo Settore sul territorio
Beneficiari del progetto:
- Giovani rifugiati e richiedenti asilo ospitati o seguiti da centri, SPRAR, enti e organizzazioni attive sul territorio di Roma
Quindi, Campi Ri-Aperti è:
- Formazione
- Orientamento
- Integrazione
- Inserimento al lavoro, mediante tirocini e borse lavoro
- Esperienza di vita in ambienti inclusivi e rigenerativi
- Partnership che arricchiscono il territorio, anche oltre gli obiettivi e i tempi del singolo progetto