Al momento stai visualizzando E dopo il percorso di Agricoltura Sociale cosa c’è?
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Arriva il momento di fare un resoconto della propria esperienza di agricoltura Sociale per Rosa e Diamante. Arriva il momento di fare delle scelte. La prima di una serie di scelte, forse, per queste due giovani ragazze di 16 e 18 anni. Abbiamo lavorato per mesi con loro e, nelle settimane appena trascorse, è giunto il momento dei colloqui con i servizi sociali del territorio in cui vivono.

Cosa c’è dopo un percorso in agricoltura sociale, esperienza formativa ed educativa che abbiamo potuto realizzare con il progetto Campi Aperti grazie al Fondo per i minori della Legge 285/97 e il Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute di Roma Capitale?

 

Riavvolgiamo il nastro: l’obiettivo di un percorso di agricoltura sociale

Un percorso di agricoltura sociale è un periodo per riprogrammare la propria vita, ripartire con nuovi stimoli per sapere cosa si vuole fare “da grandi”. Soprattutto quando si lavora con ragazzi molto giovani che arrivano da noi perché la società, la scuola e ogni prospettiva futura sembra escluderli. Alla fine di un anno di lavoro ci si sente legati all’azienda, ai compagni di viaggio, alle persone che ti hanno guidato, ascoltato e accompagnato. Ma l’obiettivo di tutto questo non è l’inserimento lavorativo dell’adolescente nell’azienda agricola che lo ha messo alla prova e formato in questa esperienza.

Il ragazzo è chiamato a prendere in mano la propria vita. Ragionare su cosa sa e vuole fare. O su cosa vuole imparare. Continuerà o riprenderà la scuola? Quale strada prendere nel proprio futuro? Nel proprio quartiere o altrove? In campagna o in città? Insomma, alla fine di un anno di lavoro al fianco del team educativo di Kairos e degli operai dell’azienda, arriva il momento delle scelte. Quale sarà il prossimo passo? E dove porteranno questo e i successivi passi?

 

Il colloquio con i servizi sociali

Ecco cosa accade dopo un anno di agricoltura sociale. Si pensa al percorso vissuto. Si ragiona su sé stessi e sul futuro. E si sceglie. Per questo, ci siamo seduti all’ombra degli alberi che delimitano l’orto de La Nuova Arca, la cooperativa insieme alla quale abbiamo lavorato con Pony, Rosa e Diamante quest’anno. Gli educatori di Kairos, le ragazze e l’assistente sociale del loro Municipio. Seduti su dei pallet abbiamo chiacchierato.

Le ragazze sono state bene in azienda. Passare un giorno in campagna, per loro, significa staccare la spina dalla realtà del loro quartiere di periferia e dalle difficoltà familiari. L’agricoltura sarà il loro lavoro anche in futuro? Rosa lo immagina volentieri un futuro così. Ma prima c’è la scuola. Entrambe le ragazze vanno motivate, spronate. Non è un lavoro semplice e bisogna impegnarsi sempre, per far sì che abbiano dei reali riflessi nella vita quegli stimoli, quell’entusiasmo e quell’affascinante boccata di vita futura che l’agricoltura sociale ha sicuramente regalato loro.

 

Un’esperienza che può continuare

Qui a La Nuova Arca si sentono protette e possono crescere ancora. Probabilmente, continueranno la propria esperienza in quest’azienda anche l’anno prossimo. Per Diamante si parla di una borsa lavoro. Il primo passo, scelto insieme a lei, è quello di continuare l’impegno in azienda. In maniera più seria, continuativa nell’arco della settimana e impegnativa nei confronti dell’azienda stessa. Un’esperienza che l’avvicini ancora di più alla comprensione del mondo del lavoro. Lei è contenta di questa ipotesi. E noi ci auguriamo di poterla rivedere anche l’anno prossimo.