Al momento stai visualizzando Esempi di agricoltura sociale: la settimana di Kairos
Il corso di orticoltura e giardinaggio con Borgo Don Bosco nell'azienda agricola D'Alesio. Uno degli esempi di agricoltura sociale di Kairos a Roma
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Sono molto diverse tra loro le attività abitualmente svolte in azienda dallo staff educativo di Kairos. Tanto quanto sono diverse le aziende stesse e i bisogni dei ragazzi che lì incontriamo. Ripercorriamo una settimana tipo di Kairos, di questa annata 2016/2017, per offrire alcuni esempi di agricoltura sociale a chi si vuole avvicinare a questo mondo, come beneficiario, operatore o imprenditore.

 

Premessa: quali e quanti esempi di agricoltura sociale

L’agricoltura sociale non è solo inclusione lavorativa per quelle persone, disabili o NEET, che faticano a trovare un impiego o per i migranti, che devono essere accompagnati nella scoperta del nostro modo di intendere il mondo del lavoro e la vita in azienda. È qualcosa di molto più flessibile, che si adegua alle esigenze e alla fase della vita che contraddistinguono i beneficiari.

L’agricoltura sociale può prevedere un percorso educativo che faciliti l’inclusione nella società, l’emancipazione, lo sviluppo di una maggiore autonomia nella scelta delle strade da intraprendere nel proprio futuro. Oppure, può aprire nella vita di ragazzi che vivono particolari difficoltà una finestra dalla quale affacciarsi e trovare angoli di bellezza e di serenità. Ore da passare insieme sentendosi utili e produttivi. Un’opportunità per pensare al futuro e immaginare una prospettiva.

Ma l’agricoltura sociale può offrire tanti altri tipi di intervento. Inclusi quelli socio-sanitari, come la pet terapy, o quelli dedicate all’educazione ambientale e alimentare rivolti, ad esempio, alle scuole.
Per approfondire questi esempi di agricoltura sociale è utile rimandarvi alle categorie secondo le quali il nostro pedagogista, Andrea Zampetti, distingue i beneficiari dell’agricoltura sociale.

 

Attività di agricoltura sociale al Casale di Martignano
La raccolta di piselli al Casale di Martignano

Casale di Martignano: una giornata diversa per scoprire nuovi stimoli

Il martedì siamo al Casale di Martignano, azienda multifunzionale che si distende sull’omonimo lago a nord di Roma. Qui, insieme alla Cooperativa Barikamà che ha in gestione l’orto, proponiamo diverse attività ad adolescenti che vivono o rischiano una condizione di emarginazione sociale. Arrivano in azienda accompagnati dal proprio compagno adulto, un operatore (appartenente ad altre realtà del Terzo Settore attive sul territorio, con le quali ci rapportiamo) che è stato loro assegnato per sostenerli nel loro cammino evolutivo. Il nostro scopo è quello di offrire giornate diverse, lontane dall’apatia e dall’assenza di stimoli che possono caratterizzare la vita quotidiana.

 

Lavorare la terra aiuta a sentirsi utili, produttivi. La stessa bellezza della natura, tratto distintivo del Casale di Martignano, è uno degli elementi che regalano entusiasmo ai ragazzi. Qui possono scoprire nuovi stimoli, spezzare la noia, conquistare nuove motivazioni, immaginare un futuro. O, semplicemente, godersi la giornata, la compagnia e il supporto del nostro staff. Tutte cose che li aiuteranno a crescere e migliorare la propria vita.

 

Azienda agricola D’Alesio: i tirocini per i rifugiati e il corso di orticoltura di Borgo Don Bosco

Le attività nell'Azienda agricola D'alesio con Borgo Ragazzi Don Bosco
Le attività nell’Azienda agricola D’alesio con Borgo Ragazzi Don Bosco

Il mercoledì ci spostiamo in una zona di Roma completamente diversa, Tor Tre Teste. E una realtà molto diversa è l’Azienda agricola D’Alesio, molto attenta alla produzione e alla vendita diretta dei prodotti. Un’esperienza in questo contesto è un’impatto importante con il mondo del lavoro. Si lavora, sodo, ma senza perdere il contatto con l’altro e l’opportunità di sentirsi parte di una comunità. Elementi fondanti dell’agricoltura sociale. Renato D’Alesio e la sua famiglia accolgono con il giusto equilibrio tra affetto, severità, saggezza e simpatia i ragazzi che vengono qui.

 

Per questa ragione, oltre che per la prossimità territoriale con i partner di riferimento, a Tor Tre Teste si sono sviluppati in modo particolare due differenti esempi di agricoltura sociale.
Campi Ri-Aperti, il progetto volto all’inclusione lavorativa di rifugiati e richiedenti asilo che portiamo avanti in collaborazione con Casa Scalabrini e Associazione Oasi, vede svolgersi in questa azienda un numero importante di tirocini ed esperienze formative offerte a giovani migranti. La fase di formazione e orientamento dei beneficiari è quella che vede protagonista lo staff educativo di Kairos.
Ma il mercoledì siamo a Tor Tre Teste perché è in questo giorno che il corso di orticoltura e giardinaggio di Borgo Ragazzi Don Bosco si svolge in azienda. Questo momento del corso vede la partecipazione di Kairos, al fianco dei ragazzi che frequentano il centro salesiano.

 

La Nuova Arca: percorsi educativi pensando anche al futuro

A maggio abbiamo piantato i fagiolini biologici de La Nuova Arca
A maggio abbiamo piantato i fagiolini biologici de La Nuova Arca

A La Nuova Arca quest’anno abbiamo avuto modo di seguire con continuità un gruppo di ragazzi che partecipa ad un progetto nell’ambito di Campi Aperti. Un percorso pensato, in modo particolare, per la prevenzione e la riduzione del disagio minorile. In questo blog abbiamo raccontato spesso di loro, delle esperienze che svolgono ogni giovedì ritagliando uno spazio nel percorso scolastico.

 

Si tratta di ragazzi, storie, contesti e difficoltà di partenza molto diverse tra loro.
Ragazze di periferia che scoprono un mondo differente, pacifico, e imparano a rapportarsi con situazioni e soggetti che nel proprio contesto di partenza sono assenti.
Ragazzi che affrontano un handicap conquistando la propria autonomia, il proprio ruolo nella società. Rapportandosi agli altri come un loro pari, con i propri diritti e i propri doveri. Con le proprie specificità. Ma non come una persona da assistere.
Minori non accompagnati, che vengono in Italia per ripagare con il lavoro il debito che la famiglia ha contratto per scommettere sul loro futuro. Ma che hanno bisogno anche, e soprattutto, di essere integrati. Sentirsi partecipi di una comunità della quale loro, ora, fanno parte a pieno titolo.
Tutti insieme, con le loro musiche in sottofondo, li abbiamo visti lavorare e fare gruppo.