Al momento stai visualizzando Giornate di Agricoltura Sociale: tappa a Tor Tre Teste
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Con Renato D’Alesio nella sua azienda a conduzione familiare che fa crescere i tanti ragazzi stranieri che passano di qui per un’esperienza di lavoro

 

Un’azienda a conduzione familiare che, proprio come una famiglia, da anni coccola e fa crescere i tanti ragazzi, soprattutto stranieri, che sono passati da queste parti per un’esperienza di lavoro o di formazione o un tirocinio. La seconda tappa delle Giornate conoscitive in azienda ci ha portato nell’Azienda Agricola D’Alesio, in via di Tor Tre Teste, periferia est di Roma. Qui, Renato D’Alesio ci ha accolto nel cortile della sua casa, confinante con i terreni e il negozio ortofrutticolo della sua azienda.

 

Renato e la sua famiglia sono abituati a lavorare con persone di culture e lingue molto diverse. Anche il progetto Campi Ri-Aperti, nato dalla collaborazione tra Kairos, Associazione Oasi e Casa Scalabrini 634, ha portato in questi orti giovani rifugiati e richiedenti asilo alla ricerca di un‘opportunità per integrarsi e imparare un lavoro. Pur essendo figlia della tradizione e della cultura nostrana, la famiglia D’Alesio ha sviluppato un’abilità particolare che trova la sua massima espressione nello spirito paterno, fermo ma amorevole, nel carisma e nella simpatia di Renato. Nella prima foto che qui vi proponiamo scherza e racconta aneddoti ai ragazzi e agli operatori riuniti nel cerchio di presentazione che caratterizza le Giornate di Agricoltura Sociale.

 

Sono arrivati da poco in Italia anche i 7 ragazzi ai quali ieri abbiamo fatto provare un’esperienza di agricoltura sociale. Sono accolti in due centri di Roma e sono stati accompagnati da due giovani operatori. Ci hanno fatto compagnia i ragazzi di Borgo Don Bosco, con i quali ogni mercoledì lavoriamo nell’ambito del loro corso di giardinaggio e orticultura. Come sempre, abbiamo rotto il ghiaccio con le presentazioni e qualche battuta nel cerchio iniziale. La passeggiata in questa azienda parte sempre dal negozio, tra lo stupore dei ragazzi che scoprono anche frutti della natura che non hanno mai visto prima e l’incredulità dei clienti che si vedono travolti da un gruppo compatto di una ventina di persone di età, colori, sfumature e tratti somatici diversi.

 

Passando per la parte della struttura dedicata a lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti, ci siamo spostati verso gli orti. Qui la curiosità dei giovani ospiti è diventata sempre più viva, in particolare quando ci siamo fermati a guardare le capre e i conigli. In questi momenti ci confrontiamo su come si chiamino i frutti e gli ortaggi nelle rispettive lingue, si scopre qualcosa della cultura propria e altrui tanto quanto si impara in merito alla natura e all’esperienza contadina. In ogni paese c’è un modo diverso per qualcosa che da noi sembra, invece, cristallizzato in una norma precisa.

Vedremo quanti di questi ragazzi torneranno per intraprendere con noi e con l’azienda un progetto di Agricoltura Sociale. Intanto, qualcosa dentro di loro è stato seminato e rimarrà. In un momento cruciale della propria vita, in un paese ancora estraneo per loro, oggi si sono sentiti in famiglia, inclusi, in un’ambiente che non ha perso la sua naturalità.

 

Il foto racconto della giornata